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La Gelosia: Comprendere, Affrontare e Gestire nelle Relazioni Monogame e Poliamoriche

La gelosia è un’emozione potente e complessa che tutti, prima o poi, proviamo. È un misto di preoccupazione, paura e ansia, che emerge quando percepiamo una minaccia nei confronti di un legame affettivo, sia esso romantico, amicale o professionale. Questo sentimento, pur essendo naturale, può portare a comportamenti distruttivi se non viene gestito in modo consapevole.

Le Forme della Gelosia

La gelosia si manifesta in diversi modi, dal semplice disagio emotivo a sentimenti di rabbia intensa e, in alcuni casi, può sfociare in violenza fisica o verbale. Può essere causata da vari fattori, tra cui:

  • Insicurezza personale: Una bassa autostima porta a un senso costante di inadeguatezza e paura di essere sostituiti.
  • Esperienze passate: Tradimenti o traumi relazionali precedenti possono accentuare la vulnerabilità alla gelosia.
  • Mancanza di fiducia: La paura che l’altro possa tradirci o ingannarci, basata su segnali reali o immaginari.

La gelosia può presentarsi sotto tre forme principali:

  1. Emozione: Riconoscibile come dolore psichico, senso di perdita o reazione intensa.
  2. Sentimento: Associato all’idea di infedeltà, caratterizzato da iperemotività e prolungamento nel tempo.
  3. Passione: Misurabile in termini di intensità, persistenza e, in casi estremi, patologia.

Le Diverse Manifestazioni della Gelosia

  1. Gelosia Competitiva: Nasce dalla paura di perdere il partner, causata da insicurezza e confronto con altre persone.
  2. Gelosia Proiettiva: Si manifesta dopo un tradimento reale, quando chi ha tradito proietta i suoi timori sull’altro.
  3. Gelosia Delirante: Si tratta di una forma patologica, in cui la gelosia non è giustificata da nessun evento reale, come nel caso di Otello e Desdemona.

La Sindrome di Rebecca

La Sindrome di Rebecca, o gelosia retroattiva, è un tipo di gelosia che si manifesta quando una persona si ossessiona con il passato amoroso o sessuale del proprio partner. Il termine prende spunto dal film "Rebecca, la prima moglie" di Alfred Hitchcock, dove la protagonista è ossessionata dalla memoria della prima moglie del marito.
Chi soffre di questa sindrome può ritrovarsi a immaginare situazioni passate in cui il partner è stato coinvolto con altre persone, provando una gelosia intensa per eventi che non appartengono al presente ma al passato. Questo tipo di gelosia può causare pensieri ricorrenti, insicurezze e persino rovinare una relazione, anche quando non ci sono motivi reali per dubitare dell'attuale legame.

Cause della Sindrome di Rebecca:

Insicurezza personale: Bassa autostima e paura di non essere all'altezza delle relazioni passate del partner.
Confronti passati: Spesso legata a traumi infantili, come confronti continui con fratelli o altre figure importanti, creando una competitività latente.
Comportamenti ambigui del partner: A volte la sindrome può essere alimentata da un partner che mantiene relazioni ambigue o troppo strette con gli ex.

Sintomi:
Curiosità morbosa verso le relazioni passate del partner.
Sospetti costanti e dubbi immotivati.
Immaginazione di "film mentali" in cui il partner rivive esperienze passate.
Ansia e ossessione che possono portare a litigi e tensioni.

Come gestirla:
La Sindrome di Rebecca, come altre forme di gelosia, può essere affrontata attraverso comunicazione aperta e lavoro su sé stessi. È fondamentale discutere con il partner delle proprie insicurezze e concentrarsi sul presente della relazione, creando nuovi ricordi e progetti comuni che aiutino a distogliere l'attenzione dal passato.

La Gelosia nelle Relazioni Monogame

Nelle relazioni monogame, la gelosia può spesso derivare dalla percezione di una minaccia, sia reale che immaginaria. Un partner potrebbe sentirsi insicuro vedendo l’altro interagire con una persona del sesso opposto, anche in situazioni innocenti. Questo tipo di gelosia, se non affrontato, può portare a sospetti infondati, accuse e tentativi di controllo, danneggiando irreparabilmente la relazione.

Come Gestirla:

Autoconsapevolezza: Il primo passo è riconoscere i propri sentimenti di gelosia. Riflettere sulle cause profonde di questa emozione può aiutare a ridurne l’impatto.

Comunicazione aperta: Parlare apertamente con il partner delle proprie insicurezze può prevenire conflitti e favorire la comprensione reciproca. È fondamentale non reprimere i propri sentimenti, ma esprimerli in modo costruttivo.

Lavorare sull’autostima: Migliorare la fiducia in sé stessi e nella relazione può ridurre l’insorgere della gelosia.

Consulenza professionale: In alcuni casi, la terapia di coppia può essere utile per affrontare la gelosia e rafforzare la relazione.


La Sindrome di Otello

La Sindrome di Otello, che prende il nome dal personaggio dell’opera di Shakespeare, è una forma estrema e patologica di gelosia, caratterizzata da sospetti ossessivi e convinzioni infondate di tradimento. Nella tragedia, Otello, manipolato da Iago, diventa talmente convinto che la moglie Desdemona lo stia tradendo che la uccide, nonostante non ci siano prove concrete di infedeltà.
Chi soffre della Sindrome di Otello è ossessionato dall'idea che il partner lo tradisca, e questa convinzione persiste anche in assenza di prove o nonostante rassicurazioni contrarie. Si tratta di una forma di gelosia delirante, spesso legata a disturbi psicotici o ad altre patologie psichiatriche.

Cause della Sindrome di Otello:
Bassa autostima e insicurezza: La paura di essere abbandonati o sostituiti è alla base di questa sindrome. Gli individui che soffrono di questo disturbo tendono ad avere una scarsa fiducia in sé stessi e nel partner.
Disturbi psicologici: Questa sindrome può essere associata a disturbi come la paranoia, la schizofrenia o altre condizioni che influenzano il pensiero razionale.
Traumi o esperienze passate: Eventi di tradimento reale in relazioni precedenti o relazioni abusanti possono alimentare la Sindrome di Otello.
Sintomi:
Sospetti irrazionali di tradimento, spesso senza nessuna prova concreta.
Controllo ossessivo del partner: controllo del telefono, degli spostamenti o delle interazioni con altre persone.
Interrogatori frequenti e continui dubbi sull’onestà del partner.
Comportamenti violenti o aggressivi, sia verbali che fisici, dovuti alla convinzione di essere traditi.

Come gestirla:
La Sindrome di Otello è una condizione che richiede spesso intervento professionale, poiché è difficile da gestire solo con la comunicazione. La persona affetta da questo disturbo potrebbe non essere in grado di razionalizzare le proprie emozioni e sospetti. Il trattamento psicoterapeutico o, in casi gravi, la terapia farmacologica sono strumenti utili per affrontare questa patologia.

Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): Aiuta a riconoscere i pensieri distorti e a sviluppare strategie per affrontare i sintomi.
Supporto del partner: Anche se difficile, il partner della persona affetta deve cercare di sostenere la relazione attraverso un dialogo aperto, senza cedere ai sospetti irrazionali, ma incoraggiando il trattamento.
Terapia di coppia: Può essere utile per favorire la comprensione reciproca e ridurre le tensioni generate dalla gelosia ossessiva.
La Sindrome di Otello non va sottovalutata, poiché può portare a comportamenti estremi e distruttivi sia per chi la vive sia per il partner. Un intervento precoce e il supporto professionale sono fondamentali per evitare che questa gelosia si trasformi in una minaccia per la relazione e la salute mentale di entrambi i partner.

La Gelosia nelle Relazioni Poliamoriche

Nel poliamore, dove i partner possono avere più relazioni contemporaneamente, la gestione della gelosia diventa una parte essenziale della dinamica relazionale. A differenza delle relazioni monogame, nel poliamore la gelosia viene vista non solo come un ostacolo, ma anche come un’opportunità di crescita emotiva e relazionale.

Le coppie poliamorose adottano diverse strategie per gestire la gelosia:

  1. Comunicazione aperta: La trasparenza è al centro delle relazioni poliamorose. I partner discutono apertamente dei loro sentimenti e delle loro insicurezze, cercando di trovare un equilibrio che soddisfi tutti.
  2. Riflettere sulla gelosia: Nel poliamore, la gelosia viene studiata e affrontata come un’opportunità per migliorare l’esperienza emotiva e la comunicazione tra i partner. Piuttosto che essere vista come un’emozione negativa, viene considerata una parte naturale della relazione.
  3. Creare un senso di comunità: Le relazioni poliamorose spesso si fondano su un forte senso di appartenenza e comunità, dove i partner sostengono reciprocamente la felicità dell’altro. Questo aiuta a ridurre le ansie e a sviluppare fiducia.
  4. Fedeltà alle promesse: Anche nelle relazioni poliamoriche, la fedeltà alle promesse fatte è essenziale. Rispettare i confini stabiliti aiuta a creare un ambiente di sicurezza e stabilità.

Accettazione dei propri limiti: Non è necessario provare felicità per le altre relazioni del proprio partner per avere una relazione poliamorosa sana. L’importante è accettare e supportare l’esistenza di queste relazioni, senza cercare di sabotarle.

Compersione: L’Antidoto alla Gelosia

Un concetto fondamentale nelle relazioni poliamoriche è la compersione, che rappresenta la gioia che si prova nel vedere il proprio partner felice con qualcun altro. Non è l’opposto della gelosia, ma può coesistere con essa, e richiede una notevole maturità emotiva. Coltivare la compersione può portare a relazioni più solide e appaganti, dove il benessere del partner è visto come una fonte di felicità piuttosto che di minaccia.


Il Cuckolding

IlCuckolding è una dinamica relazionale o sessuale in cui una persona trae piacere dal vedere il proprio partner avere rapporti sessuali o intimi con un'altra persona. Sebbene il termine abbia origini che richiamano il tradimento e la "cornificazione" nella tradizione monogama, oggi il cuckolding viene praticato in contesti consensuali, spesso con la partecipazione attiva di entrambi i partner. Questo tipo di relazione è un esempio di come la gelosia possa essere trasformata in piacere sessuale.

Cause e Motivazioni del Cuckolding:

Dinamicità della gelosia: Il cuckolding utilizza l’energia e l'adrenalina legate alla gelosia per alimentare l'eccitazione sessuale. Chi lo pratica può provare un mix di emozioni, tra cui gelosia, eccitazione e invidia.
Fantasie di sottomissione: Spesso, chi partecipa al cuckolding come “spettatore” (chiamato "cuckold") può avere fantasie legate alla sottomissione o all'umiliazione controllata, trovando piacere nell'essere “inferiore” rispetto all'altra persona coinvolta, chiamata “bull”.
Desiderio di vedere il partner felice: Alcuni partecipanti provano piacere nel vedere il proprio partner felice o sessualmente soddisfatto con qualcun altro, una dinamica che può essere legata a forme di compersione.

Sintomi e Dinamiche:

Gelosia consenziente: La gelosia, in questo caso, è accettata e controllata. Viene trasformata in eccitazione e piacere sessuale.
Coinvolgimento attivo o passivo: La persona che pratica cuckolding può scegliere di essere solo spettatore o anche partecipante, attraverso atti come l'osservazione o la partecipazione indiretta.
Ruolo del "bull": Spesso, chi è coinvolto sessualmente con il partner del cuckold viene scelto per specifiche caratteristiche fisiche o comportamentali che accentuano la dinamica di invidia e umiliazione.

Come Gestirlo:

Il cuckolding, sebbene basato su dinamiche di gelosia, richiede una gestione matura e consapevole della relazione, poiché senza una comunicazione chiara e una comprensione reciproca, può portare a tensioni emotive.
Comunicazione aperta e consenso: Come in tutte le pratiche BDSM o non convenzionali, il consenso e la comunicazione sono fondamentali. Entrambi i partner devono essere a loro agio e discutere apertamente dei loro desideri e limiti.
Creazione di regole chiare: Stabilire confini e regole su ciò che è consentito e su cosa no (ad esempio, uso di protezione, durata degli incontri, coinvolgimento emotivo) aiuta a mantenere la relazione equilibrata.
Fiducia reciproca: Il cuckolding richiede un livello elevato di fiducia tra i partner, poiché la dinamica coinvolge terzi. Senza questa fiducia, il rischio di incomprensioni o conflitti può aumentare.
Quando il Cuckolding Può Diventare Problematico:
Il cuckolding può diventare problematico se non viene gestito con attenzione e rispetto reciproco. La gelosia incontrollata, l'umiliazione non desiderata o la mancanza di comunicazione possono causare rotture nella relazione.
Gelosia non gestita: Se uno dei partner inizia a provare gelosia reale e non riesce a trasformarla in eccitazione, il cuckolding può generare risentimento o insicurezza.
Coinvolgimento emotivo: In alcuni casi, il partner che viene coinvolto sessualmente con il "bull" può sviluppare legami emotivi che complicano la dinamica. Stabilire confini emotivi è essenziale.
Imposizione non consensuale: Il cuckolding deve essere una dinamica consensuale, e se uno dei partner non si sente a proprio agio ma prosegue per compiacere l’altro, la relazione rischia di deteriorarsi.

Conclusione:
Il cuckolding è una pratica sessuale basata su dinamiche di gelosia controllata e consensuale, che permette di trasformare un’emozione spesso percepita come negativa in eccitazione e piacere. Tuttavia, come in tutte le dinamiche relazionali complesse, richiede un'ottima comunicazione, una forte fiducia reciproca e una comprensione chiara dei confini per evitare che la gelosia sfugga al controllo e causi danni alla relazione.


Conclusione

La gelosia, sia nelle relazioni monogame che poliamoriche, è un’emozione naturale che non può essere ignorata. Tuttavia, se gestita con autoconsapevolezza, comunicazione aperta e rispetto reciproco, può diventare un’opportunità per rafforzare i legami. La chiave sta nell’affrontarla direttamente, comprendendone le cause e utilizzando strategie efficaci per trasformarla da ostacolo a strumento di crescita personale e relazionale.

Link utili :

Articolo sul Cuckolding

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Introduzione
Il BDSM è una pratica complessa che richiede una comprensione profonda delle dinamiche emotive e fisiche coinvolte. Mentre il Sub Drop, il calo emotivo che può colpire un sottomesso dopo una sessione intensa, è ben noto e discusso, il fenomeno del Dom Drop, che colpisce il dominante, è meno conosciuto e spesso trascurato. Questo articolo esplorerà in dettaglio il Dom Drop, le sue cause, i sintomi e le strategie per prevenirlo e gestirlo.

Cos’è il Dom Drop?
Il Dom Drop è un fenomeno che si verifica quando il dominante, dopo una sessione di BDSM, sperimenta un calo emotivo e fisico. Questo può manifestarsi come senso di colpa, ansia, stanchezza o altri sintomi fisici e psicologici. Il Dom Drop è meno discusso rispetto al Sub Drop, probabilmente a causa delle aspettative sociali che i dominanti debbano essere sempre forti, presenti e invulnerabili.

Sub space e Sub drop

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Nel BDSM, termini come Sub space e Sub drop descrivono stati mentali ed emotivi profondi vissuti dai sottomessi durante e dopo una sessione. Questi stati sono strettamente legati alle risposte fisiche e chimiche del corpo a stimolazioni intense, che possono includere dolore, piacere, e una forte connessione emotiva con il dominatore. Mentre il Subspace è uno stato di euforia e distacco dalla realtà, il Subdrop è il calo emotivo che spesso segue, simile a una sorta di “crash” post-esperienza.